Gli indici possono essere suddivisi in tre grandi aree, e cioè:
- Reddituale (indici che indagano sulla capacità dell’impresa di produrre utili);
- Patrimoniale (indici che indagano sulla struttura del patrimonio dell’impresa)
- Finanziaria (indici che indagano sulla struttura dell’equilibrio finanziario).
Per quanto riguarda gli indici dell’area reddituale più utilizzati dalla banche abbiamo:
- Ebitda (già descritto in precedenza) che indica a coloro che valutano il bilancio se l’attività caratteristica dell’azienda genera profitti o meno;
- Indice ROS (Ebit/fatturato) indica in pratica il margine che l’impresa ha sulle vendite; È ovvio che bassi margini sulle vendite evidenziano una situazione di potenziale rischio in quanto possono essere facilmente erosi eventi esterni inattesi;
Indice ROT (fatturato/capitale investito) rappresenta un importante indicatore di efficienza, in quanto esprime la capacità del capitale investito di “trasformarsi” in ricavi di vendita; In pratica indica quanti investimenti sono necessari per ottenere un certo fatturato; Più investimenti sono necessari più rischio c’è;
- Indice ICR (Ebit/oneri finanziari) che sta ad indicare se l’azienda ha a disposizione reddito per pagare gli interessi passivi; Il valore dell’indice dovrebbe quindi essere sempre superiore ad 1, meglio se superiore a 2 in quanto il reddito dovrebbe essere sufficiente non solo per pagare gli interessi ma anche per rimborsare il capitale; Se il risultato è inferiore ad 1 significa che il reddito dell’impresa non è nemmeno sufficiente a pagare gli interessi e quindi non troverete nessuno disposto a finanziarvi;
- Indice ROE (utile netto/patrimonio netto) in pratica indica la percentuale di profitto che l’imprenditore ha ottenuto sul proprio capitale; Attenzione perché non sempre avere un ROE elevato è positivo in quanto può significare che l’imprenditore ha investito poco e che usa un’alta “leva finanziaria” (in pratica usa molto capitale di terzi);
Per quanto riguarda gli indici dell’area patrimoniale più utilizzati dalla banche abbiamo:
- Il margine di struttura globale (Patrimonio netto + passività consolidate / Capitale immobilizzato) indica la copertura degli investimenti a lungo termine; in pratica gli investimenti a lungo termine (macchinari, immobili, ecc…) devono essere finanziati con capitale proprio o debiti a lungo termine; se ci si finanzia con debiti a breve si crea un notevole squilibrio finanziario;
- Il margine di tesoreria (Attivo circolante / Passività immediate) è l’antitesi del precedente ed indica la condizione di solvibilità/liquidità dell’azienda; in pratica la liquidità più i crediti a breve debbono essere maggiori dei debiti a breve per garantire la solvibilità;
Per quanto riguarda gli indici dell’area finanziaria più utilizzati dalla banche abbiamo:
- Il Debt/Equity (Indebitamento finanziario netto / Capitale proprio) in pratica serve ad indicare quanto è più grande il peso totale del debito (rischio della banca), rispetto al capitale investito dell’impresa (rischio dell’imprenditore); in soldoni: se non sei tu il primo a crederci, perché ci dovrebbe credere la banca?
- L’indice di leva finanziaria o rapporto di indebitamento (Attivo circolante + Attivo immobilizzato / capitale proprio) è simile al precedente ed indica di fatto quanti debiti ha fatto l’impresa in rapporto agli investimenti totali.
Il circolo virtuoso basato sul miglioramento del rating bancario-PARTE TRE